sabato 28 marzo 2015

Sfigmomanometro

Sfigmomanometro di Riva-Rocci


Un'apporto fondamentale alla medicina fu l'invenzione di Scipione Riva-Rocci: lo sfigmomanometro, il quale permise una misurazione facile e sicura della pressione arteriosa, effettuata fuori dal laboratorio e direttamente al letto del malato.
 Il clinico almesino espose i suoi studi, in modo molto accurato, in due presentazioni all’Accademia Medica Reale di Torino. Successivamente, pubblicò due articoli nella Gazzetta medica di Torino: il primo, Un Nuovo Sfigmomanometro, il 15 dicembre del 1896 e il secondo, La Tecnica Sfigmomanometrica, nel 1897. Decisiva fu l’adozione del bracciale pneumatico. Infatti, grazie all’uniforme ripartizione della compressione attorno al braccio, fu possibile evitare errori relativi alle misure della pressione, riportati solitamente dai precedenti strumenti. Un’altra innovazione fu la misurazione della pressione sull'arteria omerale, più precisa, anziché sull’arteria radiale. Egli inoltre scoprì l’effetto ‘camice bianco’, la variabilità della pressione sanguigna e raccolse una serie di informazioni numeriche (statistiche) riguardo ai pazienti, che si rivelarono più veritiere rispetto a quelle più vaghe delle istituzioni mediche, divenendo per di più un precursore della epidemiologia cardiovascolare. Riva-Rocci descrive così accuratamente le sue intuizioni che le sue asserzioni sono valide tutt'oggi, anche se vengono usati metodi più sofisticati.

PrecursoreSamuel Siegfried Karl von Basch

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